Libro 3, Capitolo 4: Al Serraglio Stregat(t)o

Libro 3, Capitolo 4: Al Serraglio Stregat(t)o
Liberamente ispirato a Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban, Capitolo Quattro: Il Paiolo Magico

Harry ci mise diversi giorni ad abituarsi alla nuova, strana libertà. Poteva andare dove gli pareva, purché rimanesse a Diagon Alley.
Faceva colazione ogni mattina al Paiolo Magico, osservando gli altri ospiti: buffe streghette di campagna, in città per un giorno di shopping; maghi dall'aspetto venerabile che discutevano l'ultimo articolo su Trasfigurazione Oggi; stregoni dall'aspetto selvatico, nani rauchi, e una volta perfino una fattucchiera, che ordinò un piatto di fegato crudo parlando attraverso un pesante passamontagna di lana.

Per la verità, Harry aveva notato anche tre curiose creature incappucciate, avvolte in lunghi mantelli: avevano i volti ricoperti quasi completamente da spesse bende bianche, che ricordavano quelle di una mummia.
Quel piccolo gruppo di avventori era solito accomodarsi ad un tavolo lontano dal suo, sul lato opposto del locale, litigare a bassa voce, e infine, ordinare delle ciotole di latte accompagnate da un vassoio di salsicce o altri insaccati.
Prima di quell'estate, il giovane Grifondoro non aveva mai visto nessuno inzuppare salsicce grigliate spalmate di marmellata nel latte, alla stregua di comuni biscotti.
Però, era consapevole che il Paiolo Magico era l'equivalente di un'enorme porto di mare babbano, dove qualunque stranezza appartenente al mondo magico avrebbe potuto gettare l'ancora, compresa la sua cicatrice a saetta.

Dopo colazione, Harry trascorreva le lunghe giornate estive esplorando negozi e mangiando sotto gli ombrelloni colorati fuori dai caffè, luoghi in cui maghi e streghe si mostravano i loro acquisti o discutevano il caso di Sirius Black.
Infine, il ragazzo amava fermarsi a fare i compiti alla Gelateria Florian di Florian Fortebraccio, dove gli veniva servito un gelato gratis ogni mezz'ora.

Questo trattamento di favore, riservato al famoso Potter, non andò molto a genio allo Stregatto, perché si sentiva defraudato di quelle "attenzioni culinarie" che Florian avrebbe potuto e dovuto dedicare a lui.
Così, dopo l'ennesima visita del ragazzo alla gelateria, il felino sgattaiolò nel retrobottega, e iniziò a minacciare un'improbabile sciopero degli Stregatti contro il suo amico gelataio.
«Ma insomma! ...Caramell mi ha chiesto di aiutarlo a fare i compiti e di trattenerlo il più possibile nel mio negozio!» protestò animatamente Florian Fortebraccio. «Non mi ha pregato di intrattenere te!».

«Miao, ci conosciamo da anni, e sei uno dei nostri migliori amici umani, Florian!» miagolò Pietra in tono lamentoso. «Almeno un gelato gratis al giorno avresti potuto concederlo anche a me! ...E poi, se gli dai un gelato ogni mezz'ora, lo ucciderai prima che lo faccia Black, ghghghgh!».
«Faccio rispettosamente osservare che, stamattina, con la scusa di proteggere quel ragazzo, ti sei già sbafato un vassoio di panna!» replicò Florian furioso. «Inoltre, nel caso in cui la vostra signoria felina non se ne sia accorta, Harry se ne è andato alcuni minuti fa, in direzione della Gringott! Con quale coraggio...».

«Hai ragione Florian! ...Hogwarts ti pagherà una ricompensa per averci ospitato» lo interruppe Eileen mettendogli una zampetta sulla spalla. «In fondo, è il minimo che possiamo miagolare prima che tu scopra il saccheggio, già perpetrato, della tua cella frigorifera».
«Santi numi, le mie amarene! ...Sarà meglio che faccia finta di nulla!!!» esclamò il gelataio aprendo e richiudendo la porta della cella più volte in preda alla disperazione. «A proposito Pietra,...con quel travestimento da mummia, potresti assomigliare a un agente dell'Agenzia Magica delle Entrate, oppure, a un Assicuratore che propone polizze contro i sinistri da fatture! Ma, è evidente che i tuoi amici si sono dimenticati di bendarti la bocca!!!».
«Miao Florian, sei veramente adorabile!...Ero sicura della tua comprensione» rispose dolcemente Daisy facendo brillare il suo collare magico. «Questi fiori ornamentali sono per il tuo negozio...».
Improvvisamente, dagli interstizi delle mattonelle del pavimento, spuntarono fiori rari e meravigliosi, dai colori e dalle forme più incredibili, mai visti in Inghilterra.

Su suggerimento della Stregatta, Florian sistemò i fiori sul bancone e sui tavoli, facendoli galleggiare in piccole ciotole piene d'acqua.
Subito dopo, i maghi e le streghe di passaggio iniziarono a fermarsi davanti alla gelateria per ammirarli, attirati dal loro magico profumo floreale: c'era anche un fiore rarissimo, dotato di petali con baffetti, che gli stregatti erano soliti chiamare "Non Ti Scordar di Miao".
In breve tempo, una folla di persone iniziò a fare la coda per acquistare un gelato e visitare quella che era divenuta una stupenda esposizione floreale, fortunatamente ospitata dalla gelateria Fortebraccio.
Inutile dire che l'incasso della giornata si moltiplicò miracolosamente e, per tale motivo, il gelataio decise di soprassedere sulle scorribande alimentari effettuate dall'inarrestabile Pietra Stregatto.


Nel frattempo, Harry aveva appena visitato la sua camera blindata alla Gringott, per riempire di nuovo il borsellino con galeoni, falci e zellini.
Per la prima volta in vita sua era tentato di darsi alle spese pazze, come quando si era trovato di fronte a un magnifico set di Gobbiglie d'oro massiccio, oppure a un modellino della galassia in una grande sfera di vetro, ma il pensiero di dover trascorrere altri cinque anni a Hogwarts frenò sul nascere i suoi desideri di acquisto.
Eppure, davanti alla vetrina del suo negozio preferito di Accessori di prima qualità per il Quiddich, dove si trovava esposta il nuovo modello di manico di scopa da corsa "Firebolt", il nostro Grifondoro ebbe quasi una tentazione irrefrenabile.
Il prezzo di quel gioiello era su richiesta, e lui tornò lì a vederla quasi tutti i giorni, ma non ebbe mai il coraggio di chiedere la somma necessaria per portarsela via.
Si consolò pensando che con la sua Nimbus Duemila non aveva mai perso una partita, e preferì spendere i suoi galeoni per ciò che era scolasticamente necessario, e cioè per una nuova divisa da Madama McClan e gli ingredienti per la materia di Pozioni in farmacia.

Ad Harry erano rimasti da comprare solo i libri di testo, pertanto decise di entrare anche alla libreria Ghirigoro che, nel periodo estivo, teneva sempre esposto il solito vecchio e ammuffito cartello pubblicitario, in cui era stava scritto un cortese invito alla lettura:
"Aprite le porte alla Cultura Magica, Liberate la Conoscenza, Fate pulizia della vostra Ignoranza! Occasione del mese: sconto del cinquanta percento sui Libri invisibili dell'Invisibilità a chiunque ne riesca a trovare due!".

Pochi secondi più tardi, i silenziosi pedinatori felini lo seguirono all'interno del negozio.
Fecero finta di essere interessati agli scaffali di un altro settore letterario del negozio, dedicato alle creature magiche canine, ma furono notati da un solerte commesso che, a sua volta, li inseguì per servirli.
«Siete di Hogwarts?» chiese a bruciapelo.
Dal momento che la risposta tardava ad arrivare, il commesso del Ghirigoro continuò: «Oh, stranieri in vacanza... Con tutte quelle bende che vi ricoprono, sarete dei maghi egiziani! ...E' ovvio!»

Colto alla sprovvista, Pietra trasalì e ripose rapidamente un libro di Newt Scamander che aveva fra le zampe, dal titolo "Animali da compagnia incompresi: i cani a tre teste, Volume primo".
Invece, Daisy iniziò a guardare il soffitto, mentre Eileen schiarendosi la voce mormorò: «Ehm, veramente siamo,... assicuratori? ...Siiii! Come ha detto Florian, siamo assicuratori! Non si vede forse? Promuoviamo la campagna pubblicitaria di bende speciali, che riducono il rischio di mortalità dei sinistri causati dai calderoni esplosi».

«Scusi se non ci siamo presentati subito, ma stavamo finendo di valutare i possibili rischi da sinistro oscuro che potrebbero colpire questa libreria, al fine di proporvi la miglior polizza!» aggiunse Pietra inventando la prima storiella plausibile venutagli alle meningi feline. «Siamo della famosa "Black Cat Assicurazioni"!...Dove zampetta la B.C.A., potete attraversare tranquilli: portiamo fortuna!»
«Di quali rischi state parlando?» chiese il commesso incuriosito. «Non succede mai nulla in questa noiosa libreria, a parte i morsi presi da qualche stupido libro per distrazione».

«Appunto! ...E' con immenso piacere che desideriamo presentarvi la nuova P.C.M., "Polizza contro i sinistri da Cultura Mordace", che assicura tutti i danni da fuga causati dai Libri Mostro dei Mostri e loro simili, nonché il pronto intervento della nostra squadra di recupero entro dieci secondi dall'evasione» esclamò Daisy con entusiasmo, prendendo il gomitolo al balzo.
«La fuga di quei libri è praticamente impossibile» rispose il commesso risoluto, mentre Harry Potter stava uscendo dal negozio con una catasta di libri tra le mani. «Quella gabbia può essere aperta solo indossando speciali guanti magici, incantati dal Direttore della Gringott in persona ...In pratica, è sicura quanto una camera blindata della Gringott! Andate ad assicurare qualche sprovveduto a Nocturn Alley e non fateci perdere tempo, buongiorno!».

Proprio nell'istante in cui i felini stavano per uscire dal negozio, il proprietario del Ghirigoro, conosciuti i motivi della bizzarra proposta della Black Cat Assicurazioni, commentò ad alta voce: «Le assicurazioni sono inutili come i gatti randagi che sporcano dappertutto! Il Ministero dovrebbe decidersi a far pulizia di loro in ogni angolo di Diagon Alley!!!».
Fu allora che, a Pietra Stregatto, si chiusero gli occhi a fessura, mentre il suo collare magico iniziò a brillare: la porta della libreria si sta stava lentamente richiudendo dietro di lui, ma un'altra stava cominciando ad aprirsi.
Dapprima si udì un sordo rumore metallico, simile a un 'clang!' e, subito dopo, delle urla si propagarono per tutta la via principale, attirando la curiosità dei passanti.

«Aiutoooooooooohhhh!!! Si salvi chi può!!!» gridò il commesso correndo verso la scala più vicina con due Libri Mostro dei Mostri attaccati a un polpaccio, mentre un'altro cercava di affondare i denti sul suo sedere. «La porta della gabbia si è aperta! Si è apertaaaaaaa!!!».
«Dannati Folletti della Gringott, non ne fanno una giusta: ho pagati un occhio della testa per quei guanti!!!» esclamò il proprietario brandendo un bastone nell'aria, mentre un branco di Libri Mostro dei Mostri lo stavano circondando lentamente. «Vogliono sbranarci, maledetti piranha impaginati! Chiamate il San Mungo! Avvisate gli Auror! ...Dov'è la Black Cat Assicurazioni? Voglio assicurarmi! ...Aiutoooooohhhh!!!».
Poi il proprietario e il commesso sparirono sotto un nugolo di copertine morsicatrici, desiderose di vendicarsi per le bastonate e gli insulti ricevuti da loro in quei giorni.

«Ma che cagnara hai combinato, Pietra?» domandò Eileen infuriata gesticolando a più non posso. «Capisco la sensibilità verso i nostri amici randagi! Una lezione se la meritavano, ma così li spedirai davvero al San Mungo».
«Non hai letto il cartello della libreria?» domandò lo Stregatto con aria innocente. «Aprite le porte alla Cultura! ...Liberate la Conoscenza ...Fate pulizia della Vostra Ignoranza, soprattutto umana! E allora, non ho potuto fare a meno di aderire all'invito, spalancando la gabbietta, ghghghghgh!».

«Miao, come hai fatto ad aprirla?» chiese Daisy incuriosita. «Non avrai mica usato...».
«Esatto, miao! L'incantesimo Separeo Felis» la interruppe Pietra orgogliosamente. "La mia lesta zampetta si è staccata dal corpo ed è partita in volo, alla ricerca di uno dei guanti incantati del negozio. Poi, dopo averlo indossato, ...'clang!', morsi gratuiti di cultura a disposizione di tutti, muahahahahah!!!».
Era tardi, non c'era tempo per aprire un dibattito sull'abuso della Antica Magia Felina a Diagon Alley, anche se perpetrato in difesa del randagismo felino.
Così Daisy ed Eileen presero Pietra per le orecchie, e ritornarono in tutta fretta al Paiolo Magico, dove il loro Grifondoro aveva già riguadagnato l'ingresso nella camera da letto.


Mentre i giorni passavano pigramente, Harry prese a cercare Ron e Hermione dappertutto.
Allo stesso tempo, lo Stregatto pareva essere giunto alla resa dei conti con lo specchio della sua stanza.
Come sua consuetudine, Alzò la zampa e cercò vanamente di appiattirsi il ciuffetto ribelle sulla sua testolina per l'ennesima volta.
«Combatti una battaglia persa, caro Micione» disse lo specchio in un sibilo. «Ogni giorno la stessa patetica storia! ...Come il tuo vicino di camera, quel Potter, che tenta sempre inutilmente di lisciarsi i capelli».

«Non chiamarmi Micione!...Non chiamarmi caro!!...Anzi, non chiamarmi!!!» miagolò Pietra indispettito, sentendo che la sua pazienza era prossima al punto di non ritorno. «Non vorrai miagolarmi che assomiglio a quel cucciolo di umano?».
«Stesso livello di testardaggine» replicò lo specchio in tono irriverente «dolce Micetto».
«Adoro le battaglie perse, qualcosa in contrario?» tagliò corto Pietra lanciando un'occhiataccia al suo riflesso. «E non chiamarmi dolce Micetto!».
«Si vede che ti piacciono i casi disperati, tenero Micino mio» mormorò lo specchio sommessamente. «In ogni modo, non sono uno Specchio Restringente, e quindi, non posso far nulla per mostrare la tua pancia diversamente da come appare: un altro esempio lampante di battaglia persa!".

Seguì un intenso momento di silenzio dove il ciuffetto dello Stregatto, separatosi dal corpo, iniziò a svolazzare per la camera, seguito dal chiaro rumore di un digrignar di denti.

"Non è certo colpa mia se sei diversamente magro, morbido Miciuzzo...In ogni caso, per ogni reclamo sul mio operato, è possibile compilare un'apposito modulo ministeriale indicando il motivo del disservizio, e consegnarlo al vecchio Tom» disse lo specchio con tono affabile, ma ancora poco esperto nelle relazioni pubbliche con 'clienti stregatti'. "E' così che si fa tra creature civili e oggetti magici, nel rispetto della libertà d'opinione e delle proprie convinzioni,...Perché mi fissi così?".

Ad un tratto, al secondo piano del Paiolo Magico, un improvviso rumore di vetri andati in frantumi salutò il sorgere dell'ultima alba del mese di agosto.
Era anche l'ultimo giorno di vacanze per Harry, che si svegliò di soprassalto, ma con un pensiero felice in testa: la prospettiva di rivedere Ron e Hermione il giorno seguente sull'Espresso per Hogwarts.

Al di là delle sue erronee previsioni, Harry riuscì a incontrare i suoi amici molto prima, ovvero, davanti alla gelateria di Florian Fortebraccio, precisamente all'ora di pranzo.
«Finalmente!» disse Ron, sorridendo a Harry che prendeva posto al loro tavolo. «Siamo andati al Paiolo Magico, ma ci hanno detto che eri uscito, e poi al Ghirigoro, e da Madama McClan, e...».
«Ho comprato tutte le cose per la scuola la settimana scorsa» spiegò il loro amico. «Come facevate a sapere che sto al Paiolo Magico?».

Mentre Ron soddisfaceva divertito la curiosità del suo amico, chiedendo a sua volta notizie della zia gonfiata, nel retrobottega della gelateria Florian sembrava aver ingaggiato una lotta senza quartiere contro un'entità magica che stava infestando la sua cella frigorifera.
«Razza di Molliccio felino e peloso!» gridò Florian infuriato «Lasciami almeno la crema! ...Sciò!!! ...Miagola fuori di qui!!!».

«Ho letto qualcosa sull'argomento dei Mollicci questa estate! Lo sapevate che i Mollicci assumono l'aspetto di ciò che ci fa più paura? ...Dovrò approfondire l'argomento, perché nel mio libro non c'era alcuna informazione sul fatto che queste entità si cibassero di gelato» mormorò Hermione sottovoce commentando le urla del gelataio. «Normalmente, i Mollicci vengono studiati al terzo anno: spero che il nuovo professore di Difesa Contro le Arti Oscure sia all'altezza del compito...Ma non trovate strano che Florian non usi il controincantesimo per scacciarlo?».

«Forse Florian ha paura degli stregatti!» osservò Ron sorvolando sulla domanda dell'amica. «Non sono loro le fantasiose creature pelose e miagolanti di Hermione? ...Deve essere imbarazzante lasciarsi terrorizzare dal molliccio che si trasforma in un personaggio di una favola babbana».
«Non sono le mie fantasiose creature! ...E poi, gli Stregatti esistono ...Quante volte te lo devo ripetere!» esclamò Hermione spazientita. «Diglielo anche tu, Harry».

«Ron,...credo che i racconti di Hermione siano fondati. Io stesso...» disse il ragazzo dalla cicatrice a forma di saetta, cercando le parole giuste. «Beh, insomma, nella Camera dei Segreti sono successe cose molto strane: alcune misteriose creature miagolanti e invisibili mi hanno aiutato a combattere contro il Basilisco. Non posso negare che senza di loro...».
«Come puoi affermarlo con certezza?» lo interruppe Ron sfoderando tutto il scetticismo. «Ti ricordo che sei stato perfino sottoposto all'effetto del veleno del Basilisco... Chissà quante e quali allucinazioni potrebbe averti procurato quella sostanza!».

Ascoltate le considerazioni del suo amico, Harry scosse la testa, sospirò e guardò in alto, verso il cielo, come se le risposte ai suoi interrogativi volassero via, a bordo di un treno fatto di nuvole.
"Perché gli stregatti non si decidono a far visita anche a Ron?" pensò il ragazzo stiracchiandosi. "Così, porrebbero la parola 'fine' a questo assurdo dibattito".

Ad un certo punto, Hermione controllò il suo portafogli e disse: «Ho ancora dieci galeoni. Fra poco è il mio compleanno, e mamma e papà mi hanno dato dei soldi perché mi comprassi un regalo in anticipo».
«Un bel libro, magari?» chiese Ron con fare innocente.


«Un'elegante museruola per farla stare zitta, piuttosto? ...Ah, quanto sarebbe felice Severus!» miagolò Pietra pigramente mentre si leccava i baffetti sporchi di panna, candidamente appollaiato sopra il cornicione del tetto della gelateria.
«Per la cronaca, lo scherzetto della panna a Florian ci ha fatto quasi scoprire!» rispose Daisy sottovoce. «Altro che museruola! Prima o poi ti farò rinchiudere da Silente in una segreta con Fuffi! ...E adesso, taci e facci ascoltare le novità degli umani!».

«No, non credo» rispose Hermione seria al suo amico. «Vorrei proprio un gufo. Voglio dire, Harry ha Edvige e tu hai Errol...».
«Non è mio» disse Ron. «Errol è il gufo di casa. Io ho solo Crosta». Estrasse il suo topo dalla tasca. «E voglio fargli dare un'occhiata» aggiunse, deponendo Crosta sul tavolo. «Temo che l'Egitto non gli abbia fatto bene».
Crosta era più magro del solito, e i baffi gli ricadevano flosci.
«C'è un negozio di creature magiche proprio laggiù» disse Harry, che ormai conosceva Diagon Alley come le sue tasche. «Tu potresti vedere se hanno qualcosa per Crosta, e Hermione può comprarsi il suo gufo».
Così pagarono i gelati e s'incamminarono verso il Serraglio Stregato.

«Quale ghiotta occasione si presenta, ghghghgh!» esclamò Pietra rischiando di scivolare giù dal tetto. «Al Serraglio Stregatto c'è Grattastinchi, il nostro agente di Diagon Alley!».
«Miao, hai forse pensato di infiltrarlo nel loro gruppo? ...Vorresti che Grattastinchi si facesse notare, per indurre la Granger a comprarlo?» chiese Eileen pensierosa. «Peccato che quella ragazza cerchi un gufo e Grattastinchi non sopporti i padroni».
«Non è miagolato l'ultimo miagolio! Grattastinchi è molto riservato, ma di alto livello intellettuale, e quindi, potrebbe imparare ad adorare la "signorina miagolotuttoio", ghghghgh!» replicò Pietra facendo brillare il suo collare. «Mandiamo una direttiva a Grattastinchi... Expecto Patronum!!!».

Subito un criceto argenteo iniziò a formarsi davanti a loro, grassottello e sbadigliante come chi lo aveva evocato.
Si trattava dell'unico Patronus del mondo della magia che amava presentarsi, davanti al suo evocatore, nell'atto di sgranocchiare spicchi di mela, carote e foglie d'insalata, anch'essi argentei.
"Tale Pietra, tale Patronus" pensò Daisy incrociando le zampette.
Finito velocemente il suo pasto, il criceto partì come una Firebolt, entrando nel negozio di creature magiche attraverso il comignolo di un camino e anticipando d'un soffio l'ingresso dei tre Grifondoro.

Non appena la negoziante vide Crosta in quelle pietose condizioni, cercò di convincere Ron a comprare uno dei suoi topi neri, ma poi, capì che il ragazzo era troppo affezionato al suo vecchio topo, e non se ne sarebbe mai disfatto.
«Beh, se proprio non vuoi sostituirlo, puoi provare con questo Sciroppo Ratto» disse la strega estraendo una bottiglietta rossa da sotto il bancone.
«D'accordo» disse Ron. «Quanto ...Ahia!».
Ron barcollò. Dalla sommità della gabbia più alta qualcosa di grosso e arancione era piombato sulla sua testa, per poi lanciarsi verso Crosta, soffiando furiosamente.

«No Grattastinchi, no!» gridò la strega, ma Crosta guizzò via dalle sue mani come una saponetta, atterrò a pelle d'orso sul pavimento e poi filò verso la porta.
«Crosta!» gridò Ron, schizzando a sua volta fuori dal negozio. Harry lo seguì.
Dal retrobottega, gli Stregatti avevano assistito a tutta la scena: Pietra stava rotolandosi sul pavimento sghignazzando a più non posso, mentre le altre due feline stavano facendo i salti mortali per tappargli la bocca con le loro zampette.

«Che razza di piano! ...Certamente partorito da una mente disturbata di alto livello intellettuale» mormorò Eileen con un pizzico di sarcasmo. «Adesso che Grattastinchi si è rivelato violento, la Granger avrà paura di lui, e resterà dell'idea di acquistare un gufo».
«Sono sicura che l'assalto a Weasley glielo ha suggerito Pietra» replicò Daisy esasperata. «E' proprio il caso di miagolare che con le femmine non ci sanno proprio fare!».

Intanto, i due ragazzi impiegarono quasi dieci minuti per riprendere Crosta, che si era rifugiato sotto un cestino della carta straccia davanti ad Accessori di Prima Qualità per il Quidditch. Ron si ficcò in tasca il topo tremante e si alzò massaggiandosi la testa.
«Che cos'era?» domandò Ron.
«O un grosso gatto o una tigre piccola» disse Harry.
«Dov'è Hermione?» chiese ancora il ragazzo dai capelli rossi.
«Probabilmente si sta comprando il gufo» rispose il suo amico.
Ripercorsero la strada affollata fino al Serraglio Stregato.

Hermione stava uscendo dal negozio, ma non con un gufo: teneva ben stretto l'enorme gatto rosso.
«Hai comprato quel mostro?» chiese Ron a bocca spalancata.
«E' magnifico, vero?» esclamò la ragazza al settimo cielo.
«Hermione, quella cosa mi ha quasi tirato via lo scalpo!» aggiunse Ron adirato.
«Non l'ha fatto apposta, vero Grattastinchi?» domandò la Granger al suo gatto dal pelo fulvo.
«E Crosta?» disse Ron indicando il rigonfiamento nella tasca. «Ha bisogno di riposo e di quiete! Come farà con quella cosa in giro?».
«A proposito, hai dimenticato lo Sciroppo Ratto» disse Hermione, e porse a Ron la bottiglietta rossa. «Smettila di preoccuparti, Grattastinchi starà nel mio dormitorio e Crosta nel tuo, dov'è il problema? Povero Grattastinchi, la strega ha detto che ce l'aveva in negozio da un secolo, nessuno lo voleva».
«Chissà perché» commentò Ron sarcastico.
Poi, i tre amici si diressero al Paiolo Magico, dove ad attenderli c'era la famiglia Weasley al completo.

Nel frattempo, sul tetto del Serraglio Stregato, si era praticamente aperto un breve congresso di psicoanalisi dedicato al comportamento di Hermione Granger.
«Miao, come ha fatto Grattastinchi a convincere Hermione a farsi comprare?» chiese Eileen stupefatta. «Non ci avrei scommesso uno zellino, dopo quelle rudi modalità di condotta!».
«Rudi ma, nello stesso tempo, tenere. Insomma, un'adorabile canaglia e un felino di classe!» precisò tronfio lo Stregatto godendosi i risultati dei suoi suggerimenti. «Assomiglia quasi al suo encomiagolabile maestro! ...E nessuno miagoli gatto se non ha la Granger nel sacco, ghghghghgh!».

Eileen lo guardò di traverso, poi esclamò: «Dove avresti intravisto la classe?».
«Non mi sembra che Ron sia stato decapitato» replicò Pietra con un'espressione quasi offesa. «Si può ancora considerare un ragazzo con la testa sulle spalle, muahahahahah!!!».
«Per un pelo!» sbottò Daisy. «Ma la cosa più incredibile è che quella studentessa non ha chiesto neanche lo sconto!».

«La Granger era in cerca di un caso disperato da accudire, quasi irrimediabile, a cui poter prestare amorevolmente tutte le sue attenzioni: si comporta così anche con il suo amico Ron... Non lo avete notato?» miagolò Pietra aggiustandosi i baffetti. «Quella ragazza è attratta dai casi problematici senza speranza, per lavorarci sopra con grande impegno, nell'intento di recuperarli miracolosamente e renderli migliori, ovvero, più simili a lei, ghghghgh!».
«Se lo avessimo saputo prima, avremmo potuto venderle te, a peso d'oro!» rispose Daisy tirandogli il ciuffetto.
Poi Eileen e Daisy sgattaiolarono di corsa sui tetti, inseguendo il loro direttore fino al Paiolo Magico, dove era giunta l'ora della pappa serale.


La cena fu molto piacevole. Tom l'oste unì tre tavoli nel salottino e i sette Weasley, Harry e Hermione consumarono insieme cinque deliziose portate.
Al tavolo più lontano dall'allegra comitiva, invece, gli stregatti incappucciati spolparono un canonico vassoio colmo di rosticciana in salsa agrodolce, attirando per un attimo l'attenzione del Signor Weasley.

«Benvenuti a Londra, e ben arrivati a Diagon Alley! ...Le vostre bende parlano per voi!» disse Arthur Weasley avvicinandosi al loro tavolo senza riconoscere i suoi amici felini. «Noi siamo appena tornati dall'Egitto, e devo ammettere che il vostro paese è fantastico: le Piramidi, i templi, il Nilo, il culto del gatti sacri di Bastet figlia di Ra e le loro incredibili leggende...».
«Non si accarezza la gatta Bastet prima di aver affrontato sua sorella, la leonessa Sekhmet *!» lo interruppe Daisy cercando di camuffare la propria voce. «E' stato molto bello visitare anche Londra. La ringraziamo per i complimenti».

«Possiamo offrirle una porzione di rosticciana?» chiese Eileen guardando il piatto quasi vuoto dello Stregatto. «Non faccia complimenti, il vassoio è ancora pieno».
All'istante, la terza creatura bendata tirò il vassoio della carne vicino al suo petto, come se fosse un piccolo neonato da proteggere.
Prontamente Arthur sorrise rifiutando la generosa offerta.
Per la verità, il modo di comportarsi del terzo straniero silenzioso, che stava tenendo fra le labbra una lunga costoletta di rosticciana, come se si trattasse un sigaro cubano, gli ricordarono qualcuno di sua conoscenza.
Tuttavia, temendo di offendere gli stranieri, scacciò quel pensiero dalla sua mente e preferì non commentare.
Alla fine, il padre di Ron decise di congedarsi ossequiosamente dalle creature incappucciate, e se ne tornò felice al suo tavolo accanto alla moglie, sicuro di aver contribuito a migliorare i rapporti internazionali con i maghi africani.

Dopo una breve conversazione sui mezzi di trasporto che li avrebbero condotti la mattina seguente alla stazione di King's Cross, ovvero due automobili incantate messe a disposizione dal Ministero, la comitiva Weasley cominciò a dirigersi verso le camere da letto.
Ron e Pearcy dormivano nella stanza numero dodici, accanto a quella di Harry.
Quest'ultimo aveva appena chiuso a chiave il suo baule quando sentì un'esplosione di voci dall'altra parte della parete.
Incuriosito, andò a vedere che cosa stesse accadendo, e trovò Percy infuriato come non aveva mai visto: il suo distintivo da Caposcuola era sparito.


Mentre la discussione sulla scomparsa del riconoscimento scolastico imperava nei corridoi, nella camera numero dieci, Daisy e Eileen posarono i loro occhi inquisitori su Pietra.
«Miao, ma perché devo sempre essere stato io?» miagolò Pietra in tono lagnoso, grugnendo verso il nuovo specchio appeso da Tom il barista. «Sono qui da quando ho finito la mia rosticciana al tavolo ...Non è mica stato facile sfamarmi con le bende che mi ciondolavano dal naso e voi due che offrivate cibo a chiunque si avvicinasse! ...Sono innocente!!!».
«E' vero! Posso confermarlo ...il secondo vassoio ordinato come rinforzino è ancora sul comodino, e voleva ordinarne un altro per digerire meglio!» aggiunse lo specchio manifestando nel tono di voce un certo timore reverenziale. «Sua Eccellenza, il professor Stregatto non si è mai mosso da qui».

«Grazie Specchio!» esclamò lo Stregatto facendogli una carezza. «Per fortuna, ci sei tu a riflettere la mia anima pura... Finalmente un oggetto magico che si comporta in modo professionale!».
«Davvero?» replicò lo specchio tremante. «Il suo invidiabile ciuffetto è così ben pettinato, qual è il suo segreto Lord Stregatto? Se posso chiedere...».
«L'amore che ho per il mio ciuffetto me lo fa guardare non con gli occhi, ma con l'anima!» rispose Pietra pomposamente. «Un'anima pettinatrice!».
«Ecco, lo sapevo! ...Ha scomodato William Shakespeare per quei quattro peli? Scusate, vado a vomitare poeticamente in bagno» mormorò Eileen indignata.
«Non esageriamo ...facciamo tre peli sognanti di una notte di mezza estate ...passata da un pezzo!» sibilò Daisy mettendosi in coda alla porta della toilette. «Ti raggiungo cara, dopo di te».

«Cosa avranno mai da miagolare contro i versetti di Shakespeare?» miagolò Pietra scuotendo teatralmente la testolina. «Ho solo miagolato d'amore!».
Subito lo specchio lo rincuorò con altro versetto del suo autore inglese preferito: «Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono, ...anzi, se ti miagolano che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente!».
«Appunto miao, cosa miagolavo prima? ...Che sono innocente!» ripeté lo Stregatto sbadigliando. «Buonanotte ...buonanotte Specchio! Separarsi è un sì dolce dolore, che miagolerò buonanotte finché non sarà mattino».
«Buonanotte, buonanotte Milord!» rispose lo specchio fedelmente pochi secondi prima di vedere il felino sprofondare in un'epica pigrata ronfante.


Intanto, anche Ron si era accorto di aver perso qualcosa, il suo Sciroppo Ratto.
Poi, si ricordò di averlo lasciato al tavolo del ristorante, e fu così che Harry si offrì di andarlo a prendere.
Senza indugio, il Grifondoro scese le scale, giungendo in prossimità del salottino appena in tempo per ascoltare, di nascosto, un sorprendente dialogo che stava avendo luogo tra i signori Weasley.
L'argomento in questione lo riguardava personalmente, collegandolo per qualche misteriosa ragione all'evasione di Sirius Black.

In particolare, una frase di Arthur lasciò Harry a bocca aperta: «...Molly, quante volte te lo devo ripetere? Non era scritto sui giornali perché Caramell non ha voluto che si sapesse, ma Caramell è andato ad Azkaban la notte della fuga di Black. Le guardie gli hanno detto che Black negli ultimi giorni parlava nel sonno. Diceva sempre le stesse cose ..."è a Hogwarts... è a Hogwarts". Black è incontrollabile, Molly, e vuole Harry morto. Secondo me, è convinto che l'assassino di Harry riporterà al potere Tu-Sai-Chi, e ha avuto dodici anni di solitudine ad Azkaban per meditarci sopra...».

Quando Arthur e Molly finirono di parlare e decisero di alzarsi per andare letto, il ragazzo si mosse silenzioso senza farsi scoprire, raggiungendo il tavolo della cena, dove ad attenderlo c'era lo Sciroppo Ratto.
Attese finché non sentì chiudersi la porta della camera dei genitori di Ron, poi, risalì le scale, consegnò il medicinale per Crosta a Ron e si chiuse in camera sua distendendosi sul letto.
Nonostante tutto, la cosa che più lo turbava era che la possibilità di andare ad Hogsmeade, in gita con i suoi amici, era ormai ridotta a zero.
Nessuno gli avrebbe permesso di allontanarsi dal castello, l'unico posto potenzialmente sicuro finché Black non fosse stato catturato.
Fissò imbronciato il soffitto buio. Credevano che non sapesse badare a sé stesso? Era sfuggito tre volte a Voldemort, quindi non era proprio una frana...

Non richiesta, l'immagine della bestia nell'ombra di Magnolia Crescent gli attraversò la mente. Che fare quando si prepara il peggio...
«Nessuno sta per uccidermi!« disse Harry ad alta voce.
«E' così che si fa, caro» commentò lo specchio, assonnato.

Per una frazione di secondo, attraverso le vetrate della finestra, gli parve di vedere una creatura incappucciata, proprio con il muso canino di quella bestia ...il Gramo!
Infine, udì il tonfo sordo di qualcosa che era precipitata giù per la strada babbana, seguita dal crollo di alcune tegole del tetto, che avevano centrato un grosso bidone dell'immondizia sottostante.
"Tom dovrebbe curare di più la manutenzione del tetto, possibilmente prima che un cliente a caso del Paiolo Magico venga ammazzato..." pensò Harry socchiudendo gli occhi. "Perché facilitare il lavoro a Sirius Black?".
Così dicendo, si addormentò, sognando un cielo pieno di stelle, simili a tanti occhi lucenti che lo osservavano inespressivi, immobili, spettatrici imparziali del suo destino.


Nel frattempo, dall'interno del grosso bidone ecologico, una zampa color violafucsia e una maschera da cane nero, sormontata da un cappuccio, emersero tra i sacchetti della spazzatura.
«D'accordo, miao, sono un po' fuori allenamento e dovrò scegliere dei guanti meno scivolosi!» borbottò Conan Scintillo travestito da Gramo, massaggiandosi un bernoccolo che si andava formando sulla sua testolina. «Tutto è miagolamente migliorabile, eh!».

Pochi metri più avanti, in Charing Cross Road, due uomini con la scopa in mano scesero da un camion del servizio rifiuti babbano, e si avvicinarono a lui.
«Mortimer, quello ha intenzione di prenderci la residenza, ah, ah, ah!!!» esclamò l'uomo arrivato per primo. «Mai un turno di notte normale in questa strada! Aiutami a tirarlo fuori! ...Stanotte, segna nella lista: due ubriachi, tre senzatetto bisognosi di aiuto, un povero cane abbandonato, un bambino perduto dai genitori e ...un cuore solitario mascherato!».
«Lester ...secondo te, glielo hanno detto che il carnevale di Notting Hill è finito da un pezzo?» ridacchiò il secondo uomo avvicinandosi al bidone. «Con quella maschera da castoro o da orsetto potrebbe vincere un premio alla scuola di ballo che frequenta mia suocera! ...Dunque, segniamo un gentiluomo dal cuore infranto e rottamato nella lista delle segnalazioni notturne, e non se ne parli più!»

Mentre i due operatori ecologici continuavano a parlare, alcuni sacchetti della spazzatura saltarono fuori dal bidone, come popcorn appena scoppiati in padella.
«Speriamo che abbia almeno una carta d'identità leggibile!» aggiunse Mortimer spostando un pezzo di tegola e delle bucce di banana da sopra il cappuccio di Conan Scintillo. «Te la immagini la faccia di sua moglie appena lo verrà a sapere?».
«Due cuori e un bidone, uuuuahahahahahah!!!» sghignazzò Lester tirando un piccolo calcetto al contenitore. «Ammesso che abbia una moglie o una fidanzata... Comunque, se fossi in lei, prima divorzierei e poi adotterei un gatto... Adoro i miei gattini, mi danno tante soddisfazioni, specialmente quando graffiano mia suocera... Ne ho adottati ben tre dal gattile di Battersea Park road».

«Mia figlia, invece, ha preso un piccolo micio randagio la settimana scorsa, che sta andando d'accordo anche con il mio cane. Pensa che lo scorso Natale mi aveva chiesto, come regalo, il film di "Alice nel Paese delle Meraviglie" e il peluche dello stregatto» aggiunse Mortimer con un tono di voce fiero. «Qualcuno ha detto: "Un cane è prosa. Un gatto è poema. Una moglie è tragedia" ...E quindi, sono al completo!»  

Rimessa in ordine la strada, Mortimer e Lester tentarono di afferrare Conan per tirarlo fuori di peso, ma proprio in quell'istante, la maschera danneggiata cadde sul marciapiede.
«Mortimer! ...Chi? ...Cos'è? Co... cosa segno nella lista?» mormorò lo spazzino impallidito e incerto sul da farsi. «Perché mostra i denti in quel modo? ...Forse sta ridendo?».
«Lester, segna un... un... segna uno!» replicò Mortimer balbettante, mentre camminava all'indietro trascinando per il braccio il suo amico. «Non vorrai, per caso, adottare uno che assomiglia al peluche di mia figlia, in formato gigante?».
«Ma come uno?» domandò l'amico, confuso dagli occhietti gialli che lo stavano osservando salire sul camion. «Uno cosa? ...Che scrivo nella lista?».

"Adoro i babbani che adottano gattini e regalano i nostri peluche!" pensò Conan Scintillo, buttandosi sulle spalle il cappuccio e salutando educatamente con la zampetta i due operatori ecologici. "Ma l'adozione di stregatti è molto più impegnativa, ed è prerogativa di Albus Silente!".
Senza esitazione Mortimer accese il motore del veicolo ed esclamò: «Adesso Lester, ricambia il saluto con la manina, ...lentamente, ...senza provocarlo! ...Qualunque cosa sia, alla sua classificazione penseremo più tardi! Viaaaaaaaaaaaahhhhhhh!!!»".

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* Nota: Gli Egizi avevano un modo di dire: «non si accarezza la gatta Bastet, prima di aver affrontato la leonessa Sekhmet». Bastet è infatti comunemente abbinata a sua sorella Sekhmet, alla dea dalla testa di leone di Memphis, a Uadjet e ad Hathor.
Questo modo di dire affonda le sue radici nella leggenda di Ra che, infuriato, provocò una siccità, evento terribile per gli egizi che vivevano delle piene del Nilo.
Quando si fu calmato, Ra mandò Thot a cercare Bastet in Nubia, dove la Dea si nascondeva sotto forma di leonessa (Sekhmet). Discendendo il Nilo, Bastet si era bagnata nel fiume in una città sacra a Iside, trasformandosi di nuovo in gatta ed era entrata trionfante a "Par Bastet" (città dei gatti), dove fu poi trovata da Thot; per molti secoli gli egizi hanno ripercorso il suo viaggio in venerazione dei gatti. Fonte: Wikipedia.

6 commenti:

  1. Ciao Stregatto, non vorrei dilungarmi sull'argomento però "Meglio un morto in casa che uno stregstto in dispensa"! Ho notato inoltre che hai quasi tutti i vizi capitali: pigro, goloso, avaro,iroso...un tipetto da prendere con le molle, e il secondo specchio ha capito la lezione! Ma i sette anni di sfortuna non valgono anche per gli stregatti? Dobbiamo dare il merito a Grattastinchi di aver sospettato di Crosta fin dal primo momento, ma poi dico io, come si fa a tenere un laido topo come animale di compagnia?!? Mi vengono i brividi solo a pensarci... I due netturbini non sanno cosa hanno rischiato, metti che uno dei due diceva di odiare i randagi, Conan non mi sembra il tipo che lascia perdere... Ciao da Lidia.

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    1. Cara Lidia,
      non miagolo di essere perfetto, ma di essere uno stregatto! Del resto, vale il proverbio che 'qualunque cosa tu faccia, buona o sbagliata, ti tireranno sempre le salsicce,...ehm, cioè le pietre'.

      Le sfortune legate agli specchi o ai gatti neri sono il simbolo della nostra incapacità di autocritica e di risolvere i nostri miagolanti problemi quotidiani, anche del frigorifero.
      Cogliendo l'occasione di ricordare la Giornata Internazionale del Gatto Nero, prometto di fare la raccolta differenziata dei vetri, anche magici.
      (E prese una multa da un'ispettore ambientale magico per essere caduto nel cassonetto insieme al suo sacchetto dei rifiuti, con la seguente motivazione: sfortunatamente, l'utente, anche stregatto, deve considerarsi 'rifiuto organico speciale', da trattarsi separatamente rispetto agli oggetti magici di vetro).
      La prossima volta, 'Evanesco!'.

      Prima di passare ai gatti, avevo una coppia di criceti, che ben presto diventarono una decina, poi una ventina, poi arrivarono le minacce dei miei, con le direttive di procedere al controllo della natalità e alle adozione presso altre famiglie dei piccoli già svezzati, ghghghghghgh!

      A bergamo, un uomo 'pulito' adottava i gatti per ucciderli. Per tale motivo è stato condannato a tre anni e sei mesi, (puoi cercare su internet l'articolo).
      Da ciò ne consegue che, in questi casi, ti dà più affidamento un laido topo che un essere umano, (sempre che non si tratti di Peter Minus).

      Conan deve comportarsi bene, almeno fino a dicembre, quando finalmente avrà termine la sua pena. Mascherato da Gramo, Scintillo ha già violato la misura degli arresti domiciliari al castello, configurando così l'ipotesi di reato di evasione.
      Che ci vuoi fare? Quando c'è Harry Potter e gli stregatti di mezzo, il principio di legalità magica è sempre rimesso in discussione.
      Con il silenzio assenso di Silente, che di beni 'legali' superiori se ne intende.
      Tuo Stregattaccio che si getta sale dietro le spalle, cercando di condire le salsicce.


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    2. Ciao Stregatto, una volta avevo un gatta (Kitty), arancione e con il pancino bianco. La mattina faceva colazione con fiocchi di mais e latte e mangiava, di gusto, cibo preparato da me, niente scatolette o croccantini. Puoi immaginare che fosse molto pulita e ben pasciuta. Sfortunatamente un giorno scomparve senza lasciare tracce, e il mio sospetto è che abbia incontrato qualcuno con gli stessi gusti del signore di Bergamo... (un mio vicino di casa, uomo taciturno e scontroso, aveva fama di essere un "estimatore" di cuccioli, sia cani che gatti). La vita è ingiusta, come disse un grande Maestro...

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    3. Miao Lidia,

      la mia gatta persiana Queen blucrema è morta di vecchiaia a venti anni e due mesi, mangiando anche la mortadella.
      Ciò non toglie, che chi fa del male alle creature più deboli sarà giudicato in terra, e poi in cielo.
      Nell'Oltre, qualunque esso sia per noi, le raccomandazioni non conteranno. Solo il perdono, se accordato.
      Tuo Stregatto che manda un bacino e una carezza a Kitty e Queen.

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  2. Sono lieta di sapere che la tua Queen sia morta di vecchiaia, e non perché è diventata il pasto di qualcun'altro... Certo che se il mio vicino avesse saputo che era nutrita a mortadella, le avrebbe dato la caccia ma anche lui non c'è più da un pezzo. Mi hai fatto ritornare in mente Kitty e ora mi è presa la malinconia... Un caro saluto da Lidia Felidia.

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    1. Miao Lidia,

      scaccia la malinconia pensando che Kitty, come anche Queen, zampettano sotto altra forma dentro di noi.
      I nostri cari devono essere presenti nella nostra mente e nel nostro cuore, compresi i nostri amici animali, perché finché viviamo ci daranno la loro forza per andare avanti e, attraverso il ricordo e i sentimenti, saranno ancora presenti nella nostra anima.
      Trasforma la tua malinconia in una fiamma ardente, permetti alla tua gattina di vivere dentro di te.
      Tuo Stregatto che sgattaiola insieme a Queen. Sempre.

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